Maremma Millenaria

Scritto da Daniela Cetola.

Nella seconda metà dell'Ottocento, in diverse località della Maremma (Montebamboli, Ribolla, Baccinello) sono stati rinvenuti resti di Oreopithecus Bambolii, in strati di terreno appartenenti al Miocene, periodo in cui, presumibilmente la penisola italica era costituita da isole. Gli studi scentifici non hanno ancora stabilito se l'Oreopithecus Bambolii, peraltro rinvenuto in un discreto stato di conservazione, sia un progenitore della scimmia antropomorfa o della scimmia catarrina.

Già nel Paleolitico inferiore, l'odierna Maremma risulta abitata da uomini forti e muscolosi che vivevano nelle caverne. Risalente a questo periodo è un Amigdaloide (grosso ciottolo forgiato in forma allungata ed appuntita) rinvenuto sul territorio grossetano. Nel Paleolitico medio e superiore la presenza umana si fa più cospicua e ciò è evidenziato dai numerosi ritrovamenti di utensili di vario genere (lungo l'Ombrone, a Casteldelpiano, a Bagnolo) che denunciano, altresì, una notevole evoluzione della cultura.

Urna degli Sposi, coperchio, II sec. a.C. - Foto Autore sconosciuto.Nel Neolitico (ca. 9000 anni fa) la scheggiatura della pietra porta a realizzazioni di utensili indubbiamente più raffinati. La pietra viene levigata anche oltre i limiti della funzionalità, pertanto assume un aspetto esteticamente gradevole.

Nell'età del bronzo (II° millennio AC) si ha uno sviluppo dell'agricoltura che porta l'uomo a spostare i suoi insediamenti dalle caverne alle capanne circolari od ovali con le pareti di argilla, sorrette da pali piantati nel terreno, e con il tetto conico. Più capanne raggruppate insieme danno vita ai primi villaggi agricoli circondati da trincee di difesa e gli abitanti sono suddivisi in classi sociali.

Nella realizzazione degli utensili si passa dall'impiego della pietra all'uso, dapprima del rame nativo (presente in buona quantità in Maremma), poi fucinato e da ultimo fuso con lo stagno per formare il Bronzo, lega assai più dura del rame semplice. E' a questo periodo che risalgono i primi reperti di ceramica bucchera caratteristica per il suo nero lucente. Nella Maremma, a ridosso della fascia montana, si sviluppa la civiltà appenninica presso la quale il culto dei morti era particolaremente praticato come risulta dai rinvenimenti di cadaveri inumati.

Nell'età del ferro (I° millennio AC), giunta con un ritardo di secoli rispetto all'Egitto ed alla Mesopotamia, gli stanziamenti si localizzarono tra il Fiora e l'Albegna. Ritrovamenti di necropoli mostrano la particolare dedizione al culto dei morti e l'uso di incinerazione (deposizione delle ceneri del defunto in urne biconiche) oltre a quello precedente dell'inumazione. E' di questo periodo la civiltà villanoviana, così chiamata perché le sue prime tracce sono state rinvenute a Villanova, vicino Bologna. I villanoviani si stabilirono in Maremma, zona pressocché disabitata perché, essendo già esperti delle tecniche metallurgiche, presero a lavorare il ferro dell'Isola d'Elba e delle Colline Metallifere.

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