Pitigliano

Scritto da Daniela Cetola.

S uperato il piano di Corano, il paese compare all'improvviso alla vista del visitatore che proviene lungo la SS-74, arroccato su un suggestivo sperone tufaceo circondato su tre lati da profondi burroni.Sulla curva in località Madonna delle Grazie, ove sorge una chiesa costruita come ex-voto per la peste del 1527, un belvedere permette di ammirare lo splendido scenario con gli ultimi tornanti di accesso al paese, le arcate dell'acquedotto ursineo e la strada che porta a Sovana. Un'impressione scenografica indimenticabile, un luogo irreale che sembra uscire direttamente dalla terra.

Una splendida vista della città sorta sul tufo. Foto Giovanni Volpato. Fonte Flickr.Il nome di Pitigliano deriva, presumibilmente, dalla gens Petilia, proprietaria di un fondo romano, che raccolse sul masso tufaceo gli abitanti della zona. Nei dintorni sono state rinvenute testimonianze di epoche remote tra cui gruppi di tombe etrusche, a cassone ed a camera.

Similmente agli altri paesi di origine etrusca, Pitigliano si allunga su una roccia di tufo pianeggiante e le case si innalzano, strette ed alte, dall'orlo dei burroni che la circondano su tre lati ed ai cui piedi scorrono gorgoglianti i torrenti Lente, Prochio e Meleta. Un'atmosfera misteriosa avvolge l'abitato circondato a nord-ovest da un breve tratto di mura in corrispondenza della Porta di Sotto, ad arco tondo, ancora oggi esistente in prossimità dell'antica via per Sovana.

L'ingresso del paese è molto suggestivo: percorsa la strada intagliata nel tufo si giunge alla piazzetta sulla quale si apre la porta doppia, circondata da bastioni, attraverso la quale si accede alla cittadella. Varcata la porta si entra su Piazza Garibaldi sulla quale si affaccia il Palazzo Comunale ed il Teatro Salvini. A sinistra si ergono gli archi dell'acquedotto ursineo del 1545, quindi la Piazza della Repubblica che si affaccia con un ampia veduta, da un lato verso Manciano ed il mare, dall'altro sulla via di Sorano.

L'orso con testa leonina simbolo degli Orsini davanti alla Curia Vescovile. Foto Andrea De MariaLa piazza è dominata dal Palazzo Orsini, oggi sede della Curia Vescovile, costruito nel 1300 e modificato successivamente fino al 1500. Il palazzo che delimita un lato della piazza, è addossato al Cassero a tre archi sorto sull'antico fossato che separava, un tempo, il castello dalla cittadella.

All'interno della costruzione, dopo una rampa inclinata al cui inizio è un orso con testa leonina, si apre un cortile adornato da un portico, in parte chiuso, da una scala esterna che permette di raggiungere i locali anticamente collegati al Cassero. Un bellissimo pozzo esagonale, delimitato da due colonne con capitelli ed architrave in travertino, è situato sulla parte sinistra del cortile. Lungo la rampa di accesso al palazzo, sulla struttura di un antico frantoio, è stata recentemente ricavata la cappella del Getsemani.

Dalla Piazza della Repubblica partono tre vie, quasi parallele, la principale delle quali, Via Roma, attraversa il borgo medievale fino alla Piazza Gregorio VII sulla quale sorge il Duomo intitolato ai SS. Pietro e Paolo, restaurato nel 1500 e sottoposto a successivi restauri fino al 1970. Sul fianco sinistro della chiesa, si erge la Torre Campanaria alta 35m, di particolare conformazione architettonica. Di fronte al Duomo è il pilastro del 1490, sormontato da un orso, nel quale è narrata in distici latini, la leggenda delle origini delle rose poste nello stemma ursineo. In fondo alla Via Generale Orsini, nella parte più occidentale del borgo, simbolo del Rione "Capisotto", è la Chiesa di S. Maria (S. Rocco) a pianta trapezoidale.

Dopo aver visitato il Borgo medievale, merita tornare sulla Piazza Gregorio VII e discendere, per una scalinata, alla sinagoga che sorge al centro dell'antico "ghetto". Il tempio israelitico fu costruito nel sedicesimo secolo come luogo di culto per la locale comunità ebraica e fu più volte sottoposto ad opera di restauro. Nei pressi, si trova il caratteristico forno presso il quale gli ebrei cuocevano il pane azimo. A conclusione del giro del ghetto, merita una visita il cimitero ebraico sito su uno dei tornanti della SS 74, subito fuori paese in direzione Manciano.

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