Cattedrale di S. Cerbone

Scritto da Federico Fei.

Massa Marittima - La cattedrale, fortunatamente conservata in maniera egregia, rappresenta il più grande esempio di architettura religiosa della Maremma ed è ricca al suo interno di opere molto belle. Risalente alla metà del XII o all'inizio del XIII sec., il tempio è dedicato a San Cerbone che, fuggito dall'Africa nel 570 a seguito delle persecuzioni anticristiane, fondò in Maremma una nuova diocesi.

La bella facciata, nel cui architrave è rappresentata la vita del Santo, è caratterizzata da due ordini, sormontati da un timpano a loggia, nel quale sono presenti diverse figure tra cui San Pietro, un uomo barbuto, un grifone a sinistra ed un cavallo a destra. Bellissimo, come accennato, è l'architrave centrale, che tra due figure zoomorfe, illustra cinque episodi della vita di san Cerbone: il trasporto della salma del santo dall'Isola d'Elba a Populonia, l'esposizione ad bestias (orsi), per ordine del re Vandalo Totila, il miracolo delle cerve che dissetano con il loro latte i messi pontifici, il santo che accompagnato dalle oche si presenta a Papa Virgilio, e, nell'ultimo, la messa miracolosa in cui furono sentiti cantare gli angeli.

La facciata della cattedrale dedicata al Santo che fondò la diocesi di Massa Marittima. Foto Andrea De MariaIl fatto che tutta la struttura sia rialzata rispetto al terreno, fa supporre la presenza di un antico presbiterio. Nel 1287 iniziarono i lavori di ampliamento dell'abside, con possibile intervento di maestranze senesi, come lascia intuire l'influsso gotico.

L'interno è diviso in tre navate con copertura a vela poggiante su colonne. Le vele centrali sono del quattrocento, quelle laterali sono del seicento. Sempre nel seicento fu distrutta la maggior parte degli affreschi, e fu realizzato l'altare maggiore. Anche il campanile fu notevolmente rimaneggiato e rifatto.

L'interno della cattedrale è ricco di testimonianze artistiche di grande importanza e qualità. Il bellissimo fonte battesimale con tabernacolo (XV sec.) può essere diviso in due parti: quella inferiore, quadrata, eseguita nel 1267 da Giroldo da Como, raffigurante, tra gli altri, il Cristo con la Vergine e San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista, San Cerbone, San Regolo; la parte superiore, a forma di tempietto, con nicchie che ospitano figure di Profeti e di Patriarchi, sulla cui sommità è posta la statuetta di San Giovanni Battista. Di questa parte è ignoto l'autore, profondamente influenzato dalle novità della scultura rinascimentale.

Nello spazio del coro è stata sistemata l'Arca di San Cerbone, opera dello scultore senese Goro di Gregorio, firmata e datata dallo stesso nel 1324. Questa è decorata ai lati con rappresentazioni della vita del Santo, e sul coperchio ha rappresentazioni della Vergine col bambino, del Santo stesso, di altri santi e profeti.

Nella cappella a sinistra dell'altare maggiore si trova la Madonna delle Grazie, eseguita nel 1316 forse da Duccio da Buoninsegna, o più plausibilmente da un artista della sua scuola. Questa è una replica della Maestà già presente nel Duomo di Siena, in seguito andato disperso. Importanti, seppur mal conservati, sono gli affreschi del tre-quattrocento, presenti nella navata sinistra, tra cui una Crocifissione, un'Adorazione dei Magi, una Madonna col Bambino, San Bartolomeo e Santa Caterina d'Alessandria, attribuibili a Bartolomeo di Freddi e ad Andrea Vanni.

Da citare anche la presenza di importanti manufatti di oreficeria senese, reliquiari e crocifissi.

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