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La donna e il mondo etrusco

La condizione femminile nel popolo etrusco rappresenta un segno di grande diversità rispetto alla concezione e al ruolo che le donne ebbero nelle società contemporanee del Mediterraneo. La donna etrusca ha importanza a livello politico e amministrativo, vive cioè pienamente la vita della famiglia e della società. Essa non gode soltanto di una maggiore libertà a confronto con le donne romane, ma all'interno della società civile adempie una funzione addirittura preponderante. A testimonianza non vi sono solo esempi storici di donne particolarmente in vista nelle vicende politiche, ma anche esempi archeologici della sua rappresentazione nelle tombe ci mostrano l'importanza che la donna ricopre.

Donna Etrusca. Museo di Chiusi (SI). Fonte Flickr: utente Riccardo08.La donna etrusca vive pienamente tutta l'attività intensa della propria società: ella esce spesso, “senza arrossire”, come ci riferisce Tito Livio, “per essere esposta agli sguardi degli uomini”, partecipa alle cerimonie pubbliche, assiste alle danze, ai concerti, ai giochi, talvolta presiedendo da un palco apposito, come rivelano le pitture di Orvieto. Tutto questo era scandaloso per i Romani che non esitarono a bollare questa eguaglianza come indice di licenziosità e scarsa moralità da parte delle donne etrusche: al punto che dire “etrusca” per i romani era sinonimo di “prostituta”.

Durante i banchetti conviviali ella siede sul triclinio, accanto al marito, che le riconosce una posizione paritaria nella gestione del patrimonio famigliare e nell’educazione dei figli. Ha il potere di dare il nome ai propri figli, le epigrafi funerarie riportano spesso anche il matronimico e nelle stessi epigrafi le donne vengono ricordate con il nome della loro gens, ma anche con il proprio prenome, che testimonia la volontà di ricordarle come individui distinti ed indipendenti nella società. Per questo nei tratti delle urne funerarie e nei coperchi dei sarcofaghi esse ci appaiono così come dovevano essere state in vita, senza ritocchi, spesso con il viso segnato dalle rughe o con il corpo appesantito dall’età.

Un tipo di rappresentazione che è praticamente inesistente nell’universo contemporaneo a quello etrusco, dove le donne, siano esse mogli, madri o concubine, si trovano comunque in una posizione marginale e di secondo piano rispetto agli uomini. E tutta l’intimità della coppia etrusca la rivela il sarcofago degli sposi, ora conservato al museo del Louvre a Parigi dove marito e moglie, uniti nella morte così come lo erano stati nella vita, sono l’uno accanto all’altro per l’eternità.

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